Vincenzo Jannuzzi, in arte Jan, oppure Janù,
come diversamente si firma, è stato un autore fecondo ed eccentrico,
un fumettaro irriducibile che si è mosso sulla scena
underground . La produzione di vignette di svariato tipo,
anche umoristiche esatiriche, si accompagna a brevi strisce,
racconti e illustrazioni, che fin dagli esordi ne fanno un
autore capace di spaziare dall'horror all'entertainment per
bambini, con la stessa creatività ed intensità.
Autore anche di numerose opere naturalistiche su tela, legno
e intonaco di grande formato, che attestano una produzione
generosa sempre alla ricerca di nuove tecniche espressive.
Nasce il 4 Gennaio 1946 a Spezzano Albanese, un paesino dove
si parlano ancora due lingue come 600 anni fa e che se ne
sta inerpicato sulla Sila, in provincia di Cosenza.Quando
l'accostiamo esprime un estro artistico che ci investe, come
ci investe il calore/colore di questa sua terra d'origine,
Sud di sole e di vino, di grano e di belle cose così bramato
nei secoli, non solo da artisti ed intellettuali non solo
europei. Le prime imprese editoriali hanno invece luogo nella
sua seconda terra natale, le colline dell' intorno Ovadese,
in terra piemontese, storie di terra rossa, buon vino e vecchi
partigiani prima di un girovagare che negli anni '60 lo condurrà
a lungo a Roma e poi stabilmente a Milano.
Nelle sue precoci avventure nel mondo del fumetto, il suo
segno si esprime con carattere incisivo e sintetico adottando
le più svariate tecniche, dalla biro nera e colorata dei primi
anni '70 alla china, il gessetto ad olio, e poi acquarello,
tempera, acrilico. E' il periodo giovanile cui prevale ancora
il segno spezzato, il segno/colore, un tratteggio nervoso
che conferisce plasticità ai personaggi sfiorando spesso la
deformazione espressionista. Sono gli anni della critica del
segno: è il fumetto in bianco e nero. L'aerografo e tecniche
miste segnano gli anni '80 mentre il pennello, sempre più
raffinato e sensuale si applica al cartoncino, legno, tela,
vetro, plexiglass.
Gli anni '80 sono anche quelli del cartonage, del collage
e del riciclaggio dei materiali di scarto domestico, che vedono
prevalere l'astrattismo sul figurativo e l'avvicinamento alla
realtà virtuale, il computer e le sue innumerevoli risorse.
Prevale allora la produzione di quadri, bassorilievi e delle
serigrafie, mentre le pubblicazioni si rinnovano ormai solo
sulla scena internazionale.L'esperienza di insegnamento ha
rappresentato un occasione di avvicinamento al mondo della
pubblicità,della progettazione e arredo d'interni, la creazione
di Calder ed oggetti estetici con l'uso di materiale plastico
riciclato e luci.
Diversamente la contaminazione con la cultura Hip Hop, la
foto e il video, come il ritorno al murales durante gli anni
'90, che fugano ogni dubbio sulla sensibilità sociale dell'autore,
capace di dipingere con realismo e passione scorci degli anni
'60 e '70, fino ad arrivare agli anni '90, partecipe delle
trasformazioni del paesaggio sociale e umano della nostra
penisola; non casualmente verrà a lui conferita la cittadinanza
onoraria da parte del paese natale nel 2003 e parteciperà
all'organizzazione e realizzazione del festival internazionale
del fumetto indipendente in Milano del 2002, insieme a Matteo
Guarnaccia, Marco Teatro, Chris Cardinale,Seth Tobocman, Mac
McGill e molti altri. Autore audace, in grado di misurarsi
e reinterpretare efficacemente autori del calibro di Apollinaire
e Grimmelhausen, senza tradire le aspettative riposte da benevoli
committenti, i suoi interessi e tematiche spaziano dalla storia
al paesaggio, dalle scienze naturali e sociali, al divertissmant
e alla musica; e soprattutto la stessa biografia ne fa un
autore da leggere in chiave cosmopolita, che ha viaggiato
dalla Francia all'Anatolia, dalla Grecia all'Islanda, all'Iraq;
dialogando senza pregiudizi con tutte le culture, aperto all'innovazione
concettuale ed estetica.
Jannuzzi si rivela capace di offrirci mondi immaginari concreti
e sorprendenti ed è un artista anche per questo: ci accompagna
nella realtà che narra, ma quanto più fedelmente cerca di
aderirle, più ne apprezza la poesia; e cogliendone l'aspetto
anche surreale, paradossale, contraddittorio crea.
Enzo muore il 26 novembre del 2021.
Ci lascia un ricordo indelebile della
sua capacità artistica e della sua grande umanità.
Grazie Enzo per le splendite vignette che hai fatto per il
nostro sito.
(Giorgio Gulli e Mauro Martini)
